La tradizione delle decorazioni floreali è nata a Roma nella prima metà del XVII secolo come espressione della cosiddetta festa barocca. Si ritiene, infatti, che la tradizione di creare quadri per mezzo di fiori fosse nata nella basilica vaticana ad opera di Benedetto Drei, responsabile della Floreria vaticana, e di suo figlio Pietro, i quali avevano usato fiori frondati e minuzzati ad emulazione delle opere del mosaico, il 29 Giugno 1625, festa dei santi Pietro e Paolo, patroni di Roma.
Sicuramente non si pensava che questa brillante, originale e geniale trovata avrebbe avuto una così lunga vita. Evidentemente l’idea piacque, poiché è giunta ai giorni nostri e non accenna ad arrestarsi.

Era il lontano 1980 quando, grazie a un’illuminata quanto lungimirante intuizione di alcuni amministratori locali, fu immaginata per Noto una “Primavera Barocca” ricca di brio e allegria, impreziosita dai colori e dai profumi dei fiori di un’infiorata dal taglio volutamente profano, ma ispirata e declinata da quella a carattere religioso di Genzano, nel Lazio. Da allora, ogni anno, il terzo weekend di maggio, Noto, “Giardino di Pietra”, secondo la memorabile definizione di Cesare Brandi, ormai adottata nel mondo intero per indicare la capitale del barocco, accoglie, nel cuore del centro storico, nella suggestiva via Nicolaci, un meraviglioso tappeto di fiori. 

Il venerdì, nel pomeriggio, ciascuno degli artisti vincitori del concorso bandito dal Comune per l’ideazione dei bozzetti ispirati a temi che variano, di anno in anno, dalla mitologia all’arte sacra, al folklore locale, ecc., prende possesso del riquadro assegnatogli tra i sedici a disposizione sui lastroni di lava che pavimentano la via Nicolaci. E’ consolidata tradizione che la realizzazione del bozzetto raffigurante lo stemma della città, che apre l’Infiorata con il primo riquadro, venga affidata, fuori concorso, all’Istituto d’arte di Noto.
Inizia allora la prima fase della tessitura artistica con autori e infioratori intenti a tracciare con appositi gessetti le sagome dei disegni, primo abbozzo dell’equilibrio armonico di forme e colori che si prefiggono di realizzare.
Ma la traslazione esecutiva, dal bozzetto su cartoncino di dimensioni minime (cm 50 per cm 70) all’opera floreale sul riquadro assegnato per uno spazio interno utile di circa m 6 per m 4, inizia a partire dal primo pomeriggio del venerdì e si sviluppa fino al completamento, il più delle volte fino al primo mattino del sabato.
Per infiorare il tappeto di mq 700, occorrono circa 400.000 fiori, in prevalenza margherite, garofani, gerbere, rose, ma anche fiori di campo delle più varie dimensioni e colori, ampiamente disponibili, nel mese di maggio, in tutto il territorio collinare di Noto. Per la copertura di cornici e parti esterne, nonché per la realizzazione delle necessarie sfumature, gli artisti fanno ampio uso delle essenze vegetali tipiche della macchia mediterranea come foglie di mirto, finocchietto, lentisco, oltre a foglie e steli di garofani, crusca, carrube macinate, semi di carrube, tufo nero di caffè ecc.
Il fervore esecutivo si avvale dello stupore di una folla di curiosi che segue con trepidazione il lavoro compositivo degli artisti che, a conclusione della fatica, si allontanano barcollanti, sorretti da amici e collaboratori.
All’alba del sabato, quando il sole si leva ad oriente con misurata maestosità, l’opera meticolosa e competente di gruppi di fotografi, cineoperatori e videoamatori inizia la procedura per consegnare ai posteri il ricordo del fuggevole respiro dell’Infiorata. Contemporaneamente, gli occhi dei primi mattinieri visitatori si spalancano dinanzi al tripudio floreale, mentre le chimere e i mostri che sorreggono i “più bei balconi del mondo”, quelli del Palazzo Nicolaci di Villadorata, tracciano un misterioso sorriso simpaticamente estorto dalla luminosità solare.
Continua, quindi, l’affluenza di turisti, in particolare studenti in visita con i loro docenti, per tutta la giornata di lunedì, finché a sera non si procede all’asportazione dei fiori ormai prossimi all’appassimento.
Resteranno, per molto tempo ancora, i disegni dei bozzetti, silenziosi testimoni di un’avventura di breve durata che, però, conoscerà una rinnovata edizione l’anno successivo.

una esibizione del Corteo Barocco di Noto in piazza Municipio
        Esibizione del Corteo Barocco in piazza Municipio

La manifestazione nel tempo si è ampliata e arricchita di spettacoli e iniziative collaterali quali mostre, avvenimenti culturali, degustazioni ecc. Il tappeto di fiori si è inoltre propagato ai cortili, ai chiostri e ad altre vie cittadine. Fra gli eventi collaterali è doveroso citare il “Corteo Barocco”, che sfila per le vie del centro storico, rievocando i fasti della Noto del Settecento, costituito da figuranti in costume d’epoca, da musici e sbandieratori che si prodigano in virtuosismi acrobatici.

Negli ultimi anni la manifestazione si è aperta al contributo e alla cultura di artisti stranieri: i primi a impreziosire l’infiorata coi propri motivi decorativi sono stati i giapponesi, seguiti dai russi, dagli spagnoli della Catalogna per finire con l’Infiorata 2016 che ha ospitato delegazioni provenienti da varie parti del mondo, con un boom di visitatori. Secondo le ultime stime si parla di centinaia di migliaia di turisti che ogni anno affollano la città barocca. L’Infiorata netina alimenta una corrente turistica rilevante destinata a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni.