Da secoli meta prediletta di viaggiatori e artisti, la Sicilia ha ispirato ai suoi più famosi visitatori versi e parole che ne esaltano il fascino e la bellezza.
Questa raccolta di citazioni, celebri o meno, compone una sorta di racconto dell’Isola, che, speriamo, susciti nel lettore il desiderio di visitarla. 
 

«La Sicilia è il puntino sulla i dell’Italia, […] il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore»
(Friedrich Maximilian Hessemer, Lettere dalla Sicilia)

“Andate a Noto, datemi retta…questo è un luogo che, se uno ci capita resta intrappolato e felice, chi lo muove più”.
(Gesualdo Bufalino)

«Custodisca Iddio una casa di Noto, e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anélo alla patria, verso cui mi attirano le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora, a quella brama col corpo fare ritorno…
Viva quella terra popolata e colta, vivano anche in lei le traccie e le rovine!
Io anélo alla mia terra nella cui polvere si sono consumate le membra e le ossa dei miei avi».
(Ibn Hamdis, “Diwan” (canzoniere), tra l’XI e il XII secolo)

«Non invidio a Dio il Paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia […] ».
(Federico II di Svevia, 1194 – 1250)

«Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo».
(Edmonde Charles Roux, “Oublier Palerme”, 1966)

«Eccola, dunque, finalmente, ci dicevamo, questa Sicilia, la mèta del nostro viaggio, l’argomento delle nostre discussioni da tanti mesi, eccola tutta intera sotto i nostri piedi. […] È questa la patria delle divinità della mitologia greca. […] Terra degli déi e degli eroi! ».
(Alexis de Tocqueville, 1805 – 1859)

«O divina Sicilia! Quanti Italiani, che hanno corso il mondo per diletto, morirono o moriranno senza averti veduta!».
(Edmondo De Amicis, “Ricordi di un viaggio in Sicilia”, 1908)

«Nessuna isola erge sull’orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre continenti e ne sintetizza le caratteristiche. Tre volte, nel corso dei secoli, fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo».
(Roger Peyrefitte, “Du Vesuve à l’Etna”, 1952)

Il sesto giorno Dio compì la sua opera
lieto di averla creata tanto bella prese la terra tra le mani e la baciò…
là dove pose le sue labbra è la Sicilia.
(Renzo Barbera)

Numquam est tam male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant
Qualunque cosa possa accadere ai Siciliani, essi lo commenteranno con una battuta di spirito
(Cicerone, In verrem – De Praetura Siciliensi)

«Ajo visto el mappamondo
et la carta da navichare,
ma Sicilia ben me pare
più bel isola del mondo».
(Carmelo Trasselli, “Sicilia Levante e Tunisia nei secoli XIV e XV”, 1952)

«Il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell’isola hanno cantato con solennità»
(Dante Alighieri, De vulgari eloquentia)

«Sai tu isola bella, a le cui rive
manda Jonio i fragranti ultimi baci,
nel cui sereno mar Galatea vive
e su’ monti Aci?»
(Giosuè Carducci, “Primavere Elleniche”, 1872)

«Venga a’ li lidi tuoi
fè d’opre alte e leggiadre,
o isola del sole, o tu d’eroi
Sicilia antica madre».
(Giosuè Carducci, “Rime e ritmi”- alla figlia di F. Crispi, 1898)

«Ho conosciuto la piena bellezza,
lo splendore nobile e pacifico
della luce, pura e immensa,
a Palermo, a Villa Tasca».
(Anna de Noiailles, “Les vivants et les morts”, 1913)

«Pagatemi queste righe a peso d’oro, non per la loro straordinaria bellezza ma perchè io stesso le devo pagare così care. Se stimo ogni stelletta dieci centesimi e un centesimo ogni profondo mormorio del mare, dieci lire il fuocherello rosso sulla cima dell’Etna e mezza lira ogni ora dell’aria balsamica – come vedete, non tengo conto né dei riflessi del mare, né delle palme, né del vecchio castello, e nemmeno del teatro greco che di notte non ha niente con cui attirare l’attenzione – allora, veramente ne vale la pena e sia lodato Dio che mi ha mandato in questa parte del mondo».
(Karel Capek, “Fogli italiani”- da Palermo a Taormina, tra il 1890 e il 1938)

«[…] l’influenza della cultura spagnola è l’ultima della serie, la prima è quella greca, la seconda e la terza sono saracena e la normanna; il Rinascimento l’ha sfiorata soltanto.

E’ adesso annaffiate queste diverse componenti culturali con il sole abbagliante, con la terra africana, con un mucchio di polvere e con vegetazione bellissima – e avrete la Sicilia».
(Karel Capek, “Fogli italiani”- da Palermo a Taormina, tra il 1890 e il 1938)

«Tutto ciò che la natura ha di grande,
tutto ciò che ha di piacevole,
tutto ciò che ha di terribile,
si può paragonare all’Etna,
e l’Etna non si può paragonare a nulla».
(Dominique Vivand Denon, “Voyage en Sicilie”, 1788)

«Te prego, o splendida, più bella tra le città dei mortali».
(Pindaro su Agrigento)

«[…] hai visto le generose
montagne siciliane coperte da vigneti.
Hai bevuto a Messina, a Palermo e sull’Etna;
Catania ti ha riempito il calice».
(Jan Andrzej Morsztyn, “Georgiche”, 1643-1644)

«Bella ed immensa città, il massimo e splendido soggiorno […] Palermo ha edifici di tanta bellezza che i viaggiatori si mettono in cammino attratti dalla fama delle meraviglie che offre qui l’architettura, lo squisito lavoro, l’ornamento di tanti peregrini trovati dall’arte».
(Edrisi, 1099 ca. – 1164)

«La verde isola Trinacria, dove pasce il gregge del sole».
(Omero, “Odissea” XI canto,800-700 a.C. )

«L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto» […] «La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possede…rà per tutta la vita».
(J.W.Goethe, “Viaggio in Italia”, 1817)

«Palermo, Museo del Mediterraneo: se volete sapere quel ch’è passato su questi flutti azzurri venite a Palermo. E’ una città deliziosa, una città dolce, una città profumata. Le sue piazze, le sue vie, i suoi giardini, i suoi monumenti sono magnifici. Ecco la Sicilia: capolavoro della natura, centro d’un mondo, terra illustre, si commovente e si nobile nel suo misterioso destino».
(Gabriel Hanotaux, documento diplomatico dell’Accademia di Francia, 1853-1944)

«E la bella Trinacria, che caliga
tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo
che riceve da Euro maggior briga,
non per Tifeo ma per nascente solfo,
attesi avrebbe li suoi regi ancora,
nati per me di Carlo e di Ridolfo,
se mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non avesse
mosso Palermo a gridar: “Mora, mora!”».
(Dante Alighieri, Paradiso, VIII canto, vv 67-69; 1304-1321)

«L’ Etna nevoso, colonna del cielo
d’acuto gelo perenne nutrice;
mugghiano dai suoi recessi
fonti purissime d’orrido fuoco,
fiumi nel giorno riservano
corrente fulva di fumo
e nella notte ròtola
rocce portando alla discesa
profonda del mare, con fragore».
(Pindaro, Ode Pitica , 518- 438 a.C)

«È la città greca per le sue origini, per la luminosità del suo cielo e per le mètopi del suo museo, di bellezza non inferiore a quelle di Olimpia. È città romana per il ricordo delle sue lotte contro Cartagine e per i mosaici della villa Bonanno. È città araba per le piccole cupole di alcune sue chiese, eredi delle moschee. È città francese per la dinastia degli Altavilla che l’abbellirono. È città tedesca per le tombe degli Hohenstaufen. È città spagnola per Carlo Quinto, inglese per Nelson e Lady Hamilton».
(Roger Peyrefitte su Palermo, 1907 – 2000)

«Giusto è che questa terra, di tante bellezze superba, alle genti si addìti e molto si ammiri, opulenta d’invidiati beni e ricca di nobili spiriti».
(Lucrezio, De rerum natura, I secolo a.C.)

«Il medio-evo cristiano si è vittoriosamente installato sulla vetta del monte Erice, ma le città della pianura, Trapani e Marsala, geograficamente le più occidentali della Sicilia, sembrano la più durevole impronta dell’Oriente».
(Daniel Simond, 1904 – 1973)

«Di fronte m’eri Sicilia, o nuvola di rosa sorta dal mare! E nell’azzurro un monte: l’Etna nevosa. Salve o Sicilia! Ogni aura che qui muove pulsa una cetra od empie una zampogna e canta e passa…Io era giunto dove giunge chi sogna».
(Giovanni Pascoli, “Odi e Inni”- L’isola dei poeti, 1906)

«L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza Immaginazione?».
(Leonardo Sciascia)

«Montalbano si commosse. Quella era l’amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull’intuìto: uno a un amico non ha bisogno di domandare, è l’altro che autonomamente capisce e agisce di consequenza».
(Andrea Camilleri, “Il ladro di merendine”, 1996)

«Peregrino del mare, se da lungi tra i flutti
vedi brillare il fuoco dell’ Etna, i lini tutti
spalanca al vento, e corri! Quivi è eterno riso: approda a queste spiaggie, è questo il Paradiso!».
(Ettore Romagnoli, “Poesie”, 1871 – 1938)

«La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo… Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura».
(Guy de Maupassant, “Viaggio in Sicilia”, 1885)

«Ha insegnato Leonardo Sciascia che la Sicilia non è una. Ne esistono molteplici, forse infinite, che al continentale, forse al Siciliano stesso, si offrono e poi si nascondono in un giuoco di specchi».
(Paolo Isotta, Corriere della Sera, 4 marzo 2008)

«Sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d’oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l’alloro…».
(J.W.Goethe, “evocazione”)

«Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è una Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale; una, infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso di abbagliato delirio…
Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte ritrovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione. Soffre, la Sicilia, di un eccesso d’identità, né so se sia un bene o sia un male […]».
(Gesualdo Bufalino, “Cere perse”- l’isola plurale, 1982 e il 1985)

Arrivi qui e ti accorgi che quella città in cui vivi, cioè Parigi, sembra un posto qualunque, anonimo, che subito rifiuti di considerarlo quella capitale del mondo che tutti credono, e nemmeno il centro dell’Europa, perché non ha i colori della Sicilia, né i suoi profumi né i sapori che tingono e incensano l’anima della mia infanzia.
(Claudia Cardinale)

La Sicilia è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull’Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.
(Carmen Consoli)

La più bella regione d’Italia: un’orgia inaudita di colori, di profumi, di luci, una grande goduria
(Sigmund Freud)

“Cosa ti manca della Sicilia?”
“U scrusciu du mari.”
(Andrea Camilleri)

Quegli odori di alga seccata al sole e di capperi e di fichi maturi non li ritroverà mai da nessuna parte; quelle coste arse e profumate, quei marosi ribollenti, quei gelsom ini che si sfaldano al sole.
(Dacia Maraini)

Il clima è temperato, l’aria dolcissima, l’isola fertile, il tempio assai più bello di quanto se ne dica.
(William Shakespeare)

All’inizio della mia carriera l’essere siciliana e il forte accento del dialetto, mi rendeva molto insicura; pensavo che al di là dello Stretto di Messina tutto fosse più interessante e coinvolgente. Crescendo e acquisendo più fiducia in me stessa e nella mia sicilianità, invece, mi sono resa conto che non solo non abbiamo nulla in meno, ma che bisogna con ogni strumento difendere il nome della Sicilia.
(Maria Grazia Cucinotta)

Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.
(Luigi Pirandello)

Anche se dipingo una mela, c’è la Sicilia.
(Renato Guttuso)

Basta un attimo per sentirti avvolta da una sensazione nuova e antica, avvolgente e narcotizzante assieme, quell’attimo in cui poggi il piede su quest’isola, appena scesa da un treno o da un aereo. E subito capisci che questa terra, questo paesaggio, questa luce ti appartengono, fanno parte del tuo dna, delle tue radici, della tua anima, di qualcosa che senti tuo…
(Claudia Cardinale)

I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Prendete un problema di qualunque natura (politico, sociale, culturale, tecnico o altro) e datelo da risolvere a due italiani: uno milanese e l’altro siciliano. Dopo un giorno, il siciliano avrà dieci idee per risolvere questo problema, il milanese nemmeno una. Dopo due giorni, il siciliano avrà cento idee per risolvere questo problema, il milanese nessuna. Dopo tre giorni, il siciliano avrà mille idee per risolvere questo problema, e il milanese lo avrà già risolto.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

In Sicilia, quando facciamo qualcosa o la facciamo in grande o niente. Ecco perché spesso non facciamo niente.
(Pino Caruso)

La mia terra è sui fiumi stretta al mare, non altro luogo ha voce così lenta, dove i miei piedi vagano, tra giunchi pesanti di lumache.
(Salvatore Quasimodo)

La Sicilia è la più bella di tutte le isole, poiché contribuisce grandemente alla crescita di un impero.
(Diodoro Siculo)

Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all’orizzonte. Poi l’Etna si accese tutt’a un tratto d’oro e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori oscuri.
(Giovanni Verga)

Di tutte le isole del Mediterraneo la Sicilia è la più grande, la più fertile, la più popolata. Situata alla punta estrema dell’Italia, verso occidente, forma un braccio di mare che si chiama Stretto di Messina, largo, nella parte settentrionale, non più di tre quarti di lega; proprio in questo canale ci sono i famosi promontori di Cariddi e di Scilla: Cariddi vicino al porto di Messina, Scilla sulla penisola. La Sicilia è triangolare; la sua parte più ampia è di circa sessantasei leghe. È divisa in tre «valli», termine che significa «provincia». Queste valli hanno avuto nome dalle città che sono o che sono state loro capoluoghi: il vallo di Mazzara a sud, il vallo di Noto al Oriente e il vallo di Emonè a nord.
(Jean Pierre Louis Laurent Hoüel)

Poiché abbiamo intitolato questo libro Le isole, in conformità con questa intestazione, la prima isola di cui parleremo sarà la Sicilia, perché è la più ricca delle isole ed è al primo posto per l’antichità dei miti che si raccontano a suo riguardo. L’isola, in antico chiamata Trinacria per la sua forma, poi denominata Sicania dai Sicani che vi si stabilirono, alla fine ha avuto nome Sicilia dai Siculi, che vi passarono in massa dall’Italia.
(Diodoro Siculo)

Allora incontro ti verran le belle
Spiagge della Trinacria isola, dove
Pasce il gregge del Sol, pasce l’armento.
(Omero, Odissea)

Il popolo siciliano è un popolo forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di intelligenza questo popolo. Quindi non deve essere confuso con questa minoranza che è la mafia. È un bubbone che si è creato su un corpo sano.
(Sandro Pertini, Messaggio di fine anno agli Italiani, dicembre 1983)

Ci vuole più tempo per attraversare la Sicilia sui binari che volare da un’altra parte del mondo.
(Sergio Rizzo)

In nessun luogo quanto in Sicilia la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso, annientato dalla fantasia e dagli interessi; il pudore, la paura, la generosità, il malanimo, l’opportunismo, la carità, tutte le passioni buone, quanto le cattive si precipitano sul fatto e lo fanno a brani; in breve è scomparso.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i piú bei regali.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Dobbiamo ricordare che la Sicilia è terra di Archimede non terra di mafia. Quello che ha fatto Archimede è unico al mondo. È l’unico uomo al mondo che dall’alba della civiltà fino al 1500 dopo Cristo, in diecimila anni ha capito cose che nessun altro, nemmeno Einstein, ha capito fino al 1929. È stato lui a dire Datemi una leva e solleverò il mondo. Associare l’immagine della Sicilia ad un così grande scienziato è un grande problema che dobbiamo affrontare. È un tema che abbiamo dimenticato per duemila anni.
(Antonino Zichichi)

È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.
(Francine Prose)

La famiglia è lo Stato del siciliano.
(Leonardo Sciascia)

In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui noi abbiamo dato il ‘la’; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei Chevalley, e quanto la regina d’Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è colpa nostra. Ma siamo stanchi e svuotati lo stesso.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

È incredibile come i siciliani, dal piú infimo strato alle cime piú alte, siano solidali tra loro e come anche degli scienziati di innegabile valore corrano sui margini del Codice Penale per questo sentimento di solidarietà. Mi sono persuaso che realmente i siciliani fanno parte a sé; c’è piú somiglianza tra un calabrese e un piemontese che tra un calabrese e un siciliano.
(Antonio Gramsci)

È questa la patria delle divinità della mitologia greca. Vicino a questi luoghi, Plutone rapì Proserpina alla madre; in questo bosco che abbiamo appena attraversato, Cerere sospese la sua rapida corsa e, stanca delle sue vane ricerche, si sedette su una roccia e, benché dea, pianse, dicono i Greci, perché era madre. Apollo ha custodito le mandrie in queste valli; questi boschetti che si estendono fin sulla riva del mare hanno risuonato del flauto di Pan; le ninfe si sono smarrite sotto le loro ombre e hanno respirato il loro profumo. Qui Galatea fuggiva Polifemo, e Akis, sul punto di soccombere sotto i colpi del suo rivale, incantava ancora queste rive e vi lasciava il suo nome… In lontananza si scorge il lago d’Ercole e le rocce dei Ciclopi. Terra degli déi e degli eroi!
(Alexis de Tocqueville)

Vi è una drammaticità in quest’isola che non ha uguale in alcun luogo del mondo. Il nostro spirito spazia liberamente da Pitagora a Colombo, pervaso dal senso di una realtà grandiosa. Qui approda Platone. Qui combatte il cartaginese. Qui il bizantino costruisce. Qui lo svevo dorme, sotto volte arabe, in una tomba di porfido. Qui Goethe cavalca su un sentiero lungo il mare. Qui Platen esala l’ultimo respiro.
(Hugo von Hofmannsthal)

I siciliani gente acuta e sospettosa, nata per le controversie.
(Marco Tullio Cicerone)

In Sicilia abbiamo tutto. Ci manca il resto.
(Pino Caruso)

La nostra terra ha subito tante devastazioni morali e materiali. Anche la natura qualche volta si è accanita contro la nostra terra attraverso i terremoti. Eppure, che cosa è rimasto intatto? È rimasta una bellezza infinita, unica al mondo. Basta girare la nostra Sicilia, le coste, l’interno della Sicilia, per scoprire una bellezza che i nostri avi, i nostri progenitori, ci hanno lasciato in eredità, sicuri forse, loro, che noi l’avremmo rispettata questa natura, l’avremmo esaltata…cosa che non abbiamo fatto. Questa terra, senza futuro, è morta, è finita, è scomparsa, e i giovani non troveranno niente, nient’altro che macerie e devastazioni. Amara terra mia, amara…e bella. Il Bello vincerà, sono sicuro. Il Bello trionferà.
(Pippo Baudo)

La Sicilia contiene le memorie dei romani, dei musulmani, dei cristiani e degli ebrei. La Sicilia è vicina anche geograficamente al nord Africa. La Sicilia può essere la Bruxelles del Mediterraneo.
(Abraham Yehoshua)

Anche nelle zone più sconsolate batte un sole che riempie tutto di sé e trasumana le cose: ciò che altrove sarebbe indifferente, qui è divino perchè viene investito in pieno da una luce solidale, chiarificatrice di ogni minima struttura.
(Sebastiano Aglianò)

La Sicilia è indubbiamente una delle due grandi isole letterarie del continente, l’altra è l’Irlanda. Entrambe hanno un’importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall’isola natia, sublimano la nostalgia attraverso la scrittura.
(Daniel Pennac)

Dalla natura (storica) del siciliano emerge un orgoglio: quello di avere il privilegio delle disgrazie.
(Pino Caruso)

Noi siciliani non siamo nemmeno masochisti: ci facciamo continuamente del male, ma senza provarci piacere.
(Pino Caruso)

Io sono io e la Sicilia. Non posso ignorarlo o escluderlo, sarei colpevole di un’astrazione malfatta.
(Manlio Sgalambro)

La prua della barca taglia in due il mare
ma il mare si riunisce e rimane sempre uguale
e tra un greco, un normanno, un bizantino
io son rimasto comunque siciliano.
(Lucio Dalla)

Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni. Troverai sempre che tutto ha un fondamento. Però certamente il fatto che sia un’isola ha influito moltissimo sulla capacità di ragionare, ma anche, forse, sulla capacità di sragionare, se vogliamo sempre citare Pirandello. Quello che a me sempre ha colpito è che, secondo me, l’isola, l’essere nati in un’isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L’essere costretti ad immaginarsi che cosa ci sia dall’altra parte dell’orizzonte ha accentuato molto questa vena visionaria che mi è molto vicina, in qualche modo.
(Giuseppe Tornatore)

Siamo abituati a pensare al mare d’estate ma la stagione più bella per venire in Sicilia è proprio questa, la primavera, oppure l’autunno, che per me, individuo malinconico, è una stagione di grande fascino. La Sicilia è la culla della nostra cultura, qui viene conservato come in un laboratorio il dna del nostro essere un popolo mediterraneo. Una grande terra che racchiude però tantissime anime: non riesco a immaginare niente di più diverso tra loro fra Palermo, Ragusa, Catania, Taormina, Trapani…
(Luca Zingaretti)

In Sicilia ci sono le donne che hanno la pelle più bella e più luminosa del mondo. Lei ricorda La terra trema di Luchino Visconti? Quelle donne siciliane vestite di nero, ma un po’ scollate, al punto giusto, luminose e provocanti come non mai. Andate a rivedere quel film e poi ne riparliamo. Comunque in fatto di donne, difficilmente mi sbaglio.
(Giorgio Albertazzi)

In quanto alla Sicilia da che mondo è mondo è stata sempre al centro della grande storia. Prima i commerci e le tante dominazioni, oggi l’approdo nelle sue coste di una catena di disperati. I natanti fanno rotta verso Lampedusa perché la Sicilia da sempre è terra di accoglienza. Brava gente con grande senso dell’umanità. Altrove, vedi in Spagna ma anche in Francia per molti versi, non è così. Il flusso purtroppo è destinato a ingrossarsi.
(Tahar Ben Jelloun)

I siciliani sono più personaggi che persone.
(Roberto Gervaso)

Capire la Sicilia significa dunque per un siciliano capire se stesso, assolversi o condannarsi. Ma significa, insieme, definire il dissidio fondamentale che ci travaglia, l’oscillazione fra claustrofobia e claustrofilia, fra odio e amor di clausura, secondo che ci tenti l’espatrio o ci lusinghi l’intimità di una tana, la seduzione di vivere la vita con un vizio solitario. L’insularità, voglio dire, non è una segregazione solo geografica, ma se ne porta dietro altre: della provincia, della famiglia, della stanza, del proprio cuore. Da qui il nostro orgoglio, la diffidenza, il pudore; e il senso di essere diversi.
(Gesualdo Bufalino)

Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte di ritrovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione. Soffre, la Sicilia, di un eccesso d’identità, né so se sia un bene o sia un male.
(Gesualdo Bufalino)

L’estate cala sulla Sicilia come un falco giallo sulla gialla distesa del feudo coperta di stoppe. La luce si moltiplica in una continua esplosione e pare riveli e apra le forme bizzarre dei monti e renda compatti e durissimi il cielo, la terra e il mare, un solo muro ininterrotto di metallo colorato. Sotto il peso infinito di quella luce gli uomini e gli animali si muovono in silenzio, attori forse di un dramma remoto, di cui non giungono alle orecchie le parole: ma i gesti stanno nell’aria luminosa come voci mutevoli e pietrificate, come tronchi di fichi d’India, fronde contorte di ulivo, rocce mostruose, nere grotte senza fondo.
(Carlo Levi)

Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che volesse scrutare gli enigmi del nirvana.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Isole che ho abitato
verdi su mari immobili
D’alghe arse, di fossili marini
e spiagge ove corrono in amore
cavalli di luna e di vulcani.
(Salvatore Quasimodo)

Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando.
(Leonardo Sciascia)