31 Maggio 2014

Il Castelluccio nell’Età del Bronzo Antico

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Bandiera Ita Lasciando Noto Antica, s’imbocca, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell’Acqua, agglomerato rurale a 4 Km. di distanza, località anche di villeggiatura estiva, dove vi sono la scuola, l’Ufficio Postale e la farmacia, oltre la chiesa parrocchiale di S. Isidoro Agricola. Imboccando la strada per Rigolizia, si percorre per circa 3 Km. e si vede la segnaletica turistica che indica la direzione per l’ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo. In questo sito, nell’Età del Bronzo Antico, si registrò l’insediamento di un villaggio preistorico sulla sella dello sperone roccioso. La zona, denominata Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento, scavando nel sito del villaggio e nell’area degli scarti del materiale artigianale preistorico. Ai lati del monte si apre una vasta necropoli, interessante per le tombe a grotticella artificiale o a forno, dove, secondo il rito del tempo, venivano seppelliti i defunti con i corredi funerari (simili agli usi degli Egizi), costituiti da vasi di terracotta a bande scure sullo sfondo chiaro (boccali, bicchieri campaniformi, fruttiere con il gambo alto, orci, vasetti per unguenti), collane di giada, asce di pietra, coltelli litici con manico d’osso lavorato a globuli ed intarsiato, ossidiana.

Di rilevante importanza per l’artigianato artistico fu sicuramente il ritrovamento di portelli decorati a spirale, che simboleggiavano la fertilità. Interessante è la visita alla tomba a pilastri lungo il costone roccioso sotto il sito del villaggio, probabilmente la tomba di un capo villaggio. I materiali rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.

Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell’Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi dai contadini per le immagini sacre. La grotta, scavata in periodo bizantino, presenta una pianta circolare con al centro un pilastro che regge il soffitto, alto 2 metri. All’interno si trova un ciclo pittorico che va dall’VIII secolo fino al Cinquecento. Tra gli affreschi eseguiti sul pilastro è pregevole quello della Madonna, significativo il Gesù Crocifisso, tra immagini sbiadite a causa dell’umidità della parete. Le raffigurazioni religiose, all’interno della grotta, sono testimonianza della religiosità degli abitanti. Ancor più giù, il turista può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.

Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell’Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV ed ultimo periodo siculo (730 – 650 a.C.).

Sul monte vissero popolazioni sicule contemporanee agli insediamenti greci di Akrai (Palazzolo Acreide) ed Eloro.

I siculi vissero di allevamenti, pastorizia, agricoltura e piccoli commerci con i Greci di Sicilia sul Balzo del Lupo e sulla Costa di S. Francesco e ci hanno lasciato numerose testimonianze nelle necropoli. I materiali rinvenuti dall’archeologo Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento erano di due tipi: uno di fattura attica, legato ai commerci, l’altro d’imitazione greca, come boccali, fruttiere, vasi grandi per liquidi e piccoli per contenere sostanze balsamiche, collane di ambra e di ferro, bracciali, anelli e fibule ad occhio e a navicella, per allacciare il mantello, o spirali per raccogliere i capelli. I materiali sono esposti nel Museo “P. Orsi” di Siracusa. I Finocchitesi giunsero ad uno stadio culturale avanzato, protostorico, perché erano riuniti in villaggio con capanne realizzate su basi in pietra, ed avevano realizzato una torre circolare sull’istmo per proteggersi da eventuali attacchi da nord. L’archeologo Orsi rinvenne le “carrate Xibilia” (orbitae tensarum), che provavano l’uso dei carri.

 

bandiera eng Leaving Noto Antica, we take on the left, the road to Testa dell’Acqua, rural agglomeration located 4 km away, which is also a holyday resort, with schools, post office and pharmacy, as well as the parish church of St. Isidore Agricola. Taking the road to Rigolizia, drive about 3 Km and you see the tourist sign indicating the direction to the former stronghold of Castelluccio, already property of the Marchesi Di Lorenzo. In this site, during the Bronze Age, the settlement of a prehistoric village was founded on the saddle of the rocky outcrop. The area, named Cava della Signora, was explored by Paolo Orsi in the late nineteenth century, digging in the site of the village and in the discard area of the prehistoric craft material. On the sides of the mountain there is a large necropolis, interesting for the artificial cave or oven tombs, where, according to the custom of the time, the deads were buried with grave goods (similar to the Egyptians), consisting of clay pots in dark stripes on a light background (mugs, bell-shaped glasses, fruit bowls, pitchers, jars for ointments), necklaces of jade, stone axes, lytic knives with bone handle worked and inlaid, obsidian.

Of remarkable importance to the artistic craftsmanship was definitely the discovery of spiral decorated doors, symbolizing fertility. Interesting is the visit to the grave with pillars along the rocky ridge below the site of the village, probably the tomb of a village leader. The objects found are exhibited in the Regional Archaeological Museum “Paolo Orsi” in Syracuse.

In front of the gate of the excavations, using a ladder you can reach a structure, a kind of vestibule Byzantine oratory, called Cave of the Saints by farmers because of the sacred images. The cave, carved in the Byzantine period, has a circular shape with a central pillar that holds up the ceiling, 2 meters tall. Inside is a series of paintings ranging from the eighth to the sixteenth century. Among the frescoes painted on the pillar remarkable are that of the Madonna and the Jesus Crucified, including images faded due to the humidity of the wall. The religious depictions, inside the cave, testify the religiosity of the people. Going more down, tourists can visit the so-called catacomb of the Cyclops, outside of which there are some remains of early Christian tombs.

Retracing the same road to Testa dell’Acqua, down towards the Serra del Vento on the road to Noto, you will come across the Finocchito’s street, Sicilian village dating back to the fourth and last Sicilian period (730-650 BC).

Here Sicilian populations lived contemporary to the settlements of Greeks Akrai (Palazzolo Acreide) and Eloro.

The Sicilians lived on farming, herding, agriculture and small businesses with the Sicilian Greeks on Balzo del Lupo and Costa St. Francis and they left us many proofs in the necropolis. The materials found by the archaeologist Paolo Orsi in the late nineteenth century were of two types: one of Attic manifacture, linked to trades, the other of Greek imitation, such as mugs, fruit dishes, large and small vases to contain balsamic substances, amber and iron necklaces, bracelets, rings and  eye and spacecraft brooches, to tie the mantle, or spirals to collect hair. The materials are exposed in the Museum “P. Orsi” in Syracuse. The Finocchitesi reached an advanced protohistoric cultural stage, because they were gathered in the village with huts made of stone bases, and they realized a round tower on the isthmus to protect themselves from possible attacks from the north. The archaeologist Orsi unearthed the “carrate Xibilia” (orbitae tensarum), that testified the use of wagons.